Il Commercio equo e solidale

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Quando sentiamo parlare di commercio siamo spesso portati ad associarlo a soldi, guadagni a volte sproporzionati e non è raro che si senta parlare anche di sfruttamento della manodopera, per aumentare i profitti e non pagare il giusto i lavoratori. Certo, per fortuna, la maggior parte di chi lavora in questo settore non è così, ma può succedere. Uno sfruttamento che può coinvolgere anche quei paesi meno ricchi dal punto di vista economico, ma ricchi di risorse e materie prime. In tal senso e in questo contesto è nato e si è sviluppato il commercio definito equo e solidale. In inglese è noto anche con il nome di Fair Trade e si tratta di una forma di commercio il cui scopo principale è garantire al produttore e ai lavoratori il cosiddetto “prezzo giusto” facendo in modo che venga riconosciuto un guadagno più elevato rispetto a quello che avrebbe ricevuto dal mercato tradizionale. Il commercio equo e solidale ha anche lo scopo di tutelare e valorizzare le produzioni territoriali, opponendosi alla produzione in serie. La sua impostazione permette di vendere prodotti sul mercato riducendo al minimo la catena di intermediari e aumentando, così, i guadagni per produttori e lavoratori.

I primi tentativi di sviluppo di commercio equo li troviamo nel 1946 e nel 1949 e sono legati a gruppi ideologico religiosi e organizzazioni non governative che agirono in paesi in via di sviluppo. Trattarono quasi esclusivamente prodotti di artigianato locale che venivano venduti nelle chiese e alle fiere.
Il movimento del commercio equo e solidale come lo conosciamo anche oggi inizia a svilupparsi in Europa negli anni sessanta. Nel 1969 nasce il primo negozio mondiale di prodotti del commercio equo e solidale, in Olanda. Una catena che poi si svilupperà sempre più in tutto il mondo. In Italia è nota come Altromercato e i negozi di riferimento sono quelli denominati Mappamondo.

Nel 2018 la WFTO (Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale) nel 2018 ha divulgato un documento denominato Carta del Commercio Equo e Solidale nel quale vengono messi in evidenza i valori fondanti del movimento come combattere la povertà, le diseguaglianze e privilegiare forme di commercio sostenibile anche dal punto di vista ambientale. A questa Carta hanno aderito già moltissime organizzazioni internazionali e di produttori. A oggi WTO vede l’adesione di 32 organizzazioni nazionali, oltre 330 organizzazioni di commercio equo e solidale e 34 organizzazioni di supporto.

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